LAVACCA e LAMEDICA
-ANNO 1949 - "....Il tragico quadro della situazione esistente in Capitanata in fatto di disoccupazione agricola..."
"Oggi - commentava l'Unità del 23 ottobre 1949 - i lavoratori sono stanchi di soprusi e di sopraffazioni, di prepotenze e di provocazioni e sono decisi a lottare contro coloro che amano scherzare con la fame degli uomini, con la miseria del popolo, per l'esistenza, il diritto al lavoro e alla vita".
...San Severo lunedì 28 novembre inizia lo sciopero generale, gravi scontri tra scioperanti e forze di polizia davanti alla Camera del Lavoro.....lo sciopero continua il giorno 29.
...Torremaggiore, martedì 29 novembre - La mattina i braccianti convenuti presso la Camera del Lavoro decisero di fare pressione per ottenere l'ingaggio lavorativo. Essendo la sede piccola per raccogliere la grande folla, il segretario sindacale G. Lamedica esce a leggere il telegramma inviato dalla Camera del Lavoro provinciale, dove si invitava a continuare lo sciopero generale per il giorno 29, davanti lo spazio antistante la Camera del Lavoro. Il maresciallo dei carabinieri Cariello, nonostante le ripetute garanzie di Lamedica che assicurava di non essere un comizio ma la semplice lettura di un telegramma, ordinava di sciogliere la riunione.
Dopo le prime minacce gli agenti presero a vibrare colpi con i manganelli e con il calcio dei fucili. I braccianti protestarono vivacemente ma si arrivò ad un compromesso di scioglimento della riunione.... ma gli agenti della Celere e i carabinieri di San Severo, con alla guida il capitano Mollo, appena arrivati cominciarono a sparare in aria e sulla folla.....nella collutazione e nel clamore avvenne l'episodio tragico della morte dei due umili e coraggiosi lavoratori.
Claro Riso, brigadiere della locale stazione dei carabinieri, prese a maltrattare la cognata del bracciante Antonio Lavacca, il quale,non sopportando una così vile aggressione, si avvicinò a lui e lo redarguì rabbiosamente. Il brigadiere, per tutta risposta, gli esplose un colpo di pistola in pieno viso. Antonio Lavacca cadeva fulminato all'istante.
Giuseppe Lamedica si trovò, appena iniziata la sparatoria, quasi isolato nel mezzo della piazza;dopo aver visto cadere a pochi passi, abbattuto da colpi di calcio di mitra in testa, Salvatore Gravina di 30 anni, si trovò improvvisamente di fronte, a quattro o cinque metri da lui, il brigadiere Riso col mitra spianato. "Questi fece fuoco freddamente e il Lamedica si abbattè al suolo gemendo. Fece qualche sforzo per rialzarsi, poi perse i sensi e rimase sul terreno in una pozza di sangue. Una donna, una bracciante agricola anch'essa, Teresa De Santis, tentò di porgergli aiuto:il povero Lamedica sudava, lei non aveva fazzoletto, gli asciugò la fronte con la manica del cappotto. Ma di fronte all'impazzare degli agenti e dei carabinieri, anche la De Santis dovette fuggire, lasciando il moribondo in mezzo alla piazza" (da Melissa a Modena, pp. 59-60).
Si sarebbe certamente salvato se soccorso in tempo!!...
Carabinieri e scelbiani, subito dopo l'eccidio, hanno assaltato la vicina Camera del Lavoro dove si erano ripararati numerosi manifestanti e dopo averli malmenati ne hanno arrestati 38, di cui dieci donne, con l'accusa di violenza, resistenza e ferimenti.
Nel luglio del 1951 si tenne il processo giudiziario per i "fatti" di Torremaggiore nel Tribunale di Lucera e si concluse con l'assoluzione per "insufficienza di prove" del brig. Claro Riso e con la condanna dei Lavoratori che erano stati arrestati.
Cosi si amministrava la giustizia in Italia ai tempi del ministro degli Interni Mario Scelba
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Antonio LAVACCA bracciante agricolo,padre di quattro figli e attivista del Partito comunista.
Giuseppe LAMEDICA ex bracciante, stradino del Comune e militante del Partito comunista.
(Tratto dal libro di Michele Marinelli:LE LOTTE PER LA TERRA IN CAPITANATA e l'ECCIDIO DI TORREMAGGIORE - Teti editore)
Le lotte per la terra in Capitanata e l'eccidio di Torremaggiore_1
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CIMITERO COMUNALE di TORREMAGGIORE - LE LORO TOMBE
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SCUOLA "S.G.BOSCO" - LA LAPIDE AFFISSA IL 29 NOVEMBRE 1959
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SCUOLA "S.G.BOSCO" - LA SECONDA LAPIDE E' STATA AFFISSA IL 29 NOVEMBRE 2010, PERCHE'
LA VOLONTA' POLITICA DI ALLORA NON HA PERMESSO CHE VENISSE AFFISSA CON QUESTO TESTO.
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Il Monumento dedicato a LAVACCA e LAMEDICA
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